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Io veramente poche. E non è un caso.
Bill Watterson, l’autore di questo capolavoro di tutti i tempi, è una persona molto particolare. E non solo per il suo genio artistico. Già durante la produzione della striscia la sua decisione di non produrre mechandising di qualsiasi tipo deve aver fatto storcere non poche bocche ai suoi editori.
Poi nel 1995, a 10 anni esatti dalla prima striscia di Calvin e Hobbes, la decisione di smettere, all’apice del successo, ha spezzato il cuore a milioni di lettori in tutto il mondo. E si è ritirato a dipingere nelle campagne vicino Cleveland. Decisamente atipico per i nostri tempi, non credete?
E le tavole originali?
Ah, quelle le ha donate.
Al Billy Ireland Cartoon Library & Museum della State University di Columbus, Ohio, che ha proprio questo dipartimento dedicato al linguaggio e alla storia del fumetto! Ogni tre anni organizzano la mostra Festival of Cartoon Art (oltre a mille altre cose) e giuro che prima o poi ci vado. Ecco qualche link (in inglese) alle edizioni precedenti… Oooops, mi è caduta un po’ di bava sulla tastiera, scusate
Beh perché ce n’è una all’asta di novembre di Heritage.
Andate a vedere i dettagli della foto ingrandita, ne vale veramente la pena. (Per chi non lo sapesse, il mio suggerimento è di cliccare su Turn Off Pan & Zoom Images e poi, cliccado su Look Close si apre una finestra con l’immagine a risoluzione enorme). Ecco il link diretto all’immagine. SI tratta di una tavola domenicale colorata ad acquerello che l’autore aveva donato a Brian Basset, anche lui autore di fumetti.
Le speculazioni sul prezzo che potrebbe raggiungere ovviamente si sprecano, ma così per avere un riferimento questa illustrazione per il calendario da 16 mesi 1989-90, che fu battuta da Heritage a febbraio, è arrivata a $107.550 (l’illustrazione era stata regalata da Watterson allo storico di fumetti Rick Marshall, a cui il disegno è dedicato, ed è stato nella sua collezione privata per gli ultimi 20 anni).
Di striscia ne avevo vista un’altra qualche tempo fa. Anche questa donata, come tutte quelle che sono in giro, in quanto Bill Watterson non ha mai venduto i suoi originali. L’aveva sul catalogo Carsten Laqua (noto dealer tedesco di tavole originali), alla modica cifra di 32.000 euro.
Sempre da Heritage nel maggio del 2007 era poi stato battuto a $14.101 un disegno non pubblicato, ma dal contenuto molto ironico proprio sul prezzo.
Insomma, com’è ovvio in questo caso, la popolarità e la bellezza, unite alla rarità totale di queste strisce, le rende costosissime.
Mi chiedo cosa succederebbe se ci fosse un ripensamento di Watterson o dell’Università (e se questo sia possibile), per cui per finanziare qualche progetto, magari socialmente rilevante, o comunque meritorio, molte tavole dovessero riversarsi sul mercato.
Voi che ne pensate?
Nel frattempo vado a fare una puntatina su Heritage finché il prezzo rimane basso: chissà, magari… 😉
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Eh si’ che meraviglia… Se Watterson e l’Universita’ decidessero di vendere blocchi di originali fatebbero una cosa assurda e dissennata, svalutando loro stessi la moneta di cui sono piu’ ricchi. Lo vedo piu’ impossibile che improbabile. Tuttavia in passato e’ successo di vedere cose del genere, quando la responsabilita’ passa ad eredi lontani o poco sensibili e relative aste o dealer affidatari hanno fatto allucinanti proposte all’ingrosso che hanno abbattuto le stime e gli investimenti di un singolo autore, rendendogli un pessimo servizio. Va anche detto che queste incresciose situazioni costituiscono anche un’opportunita’ per i collezionisti che possono aggiungere un pezzo in collezione con poca spesa. Per fortuna di fronte a un oggettivo valore artistico, perche’ il valore non e’ dato solo dal mercato e non e’ rappresentato solo dal prezzo, di solito per qualche anno gli originali stazionano nelle collezioni private e quando tornano ad essere rare sul mercato, la variabile della disponibilita’ con il tempo risanano piano piano il danno fatto in passato. Eredi piu’ assennati e coscienziosi affidano a dealer competenti e in gamba la gestione del loro patrimonio di originali, come quelli di Walt Kelly proprio a Carsten Laqua, che ha scritto anche un bellissimo libro su questo genio dei fumetti, zeppo di tavole originali. La scelta di Watterson assomiglia invece a quella di Charles Schulz, che si e’ tutelato trovando dimora alle sue strip in un museo dedicato, sottraendole al mercato -sigh-, ma decidendo di condividerle con il mondo.
I progetti a cui mi riferivo sono del tipo “Scuola di disegno e fumetto per i ragazzi di strada di Cleveland”, oppure “Fondo pensione per i fumettisti dell’Ohio”. Ovvero progetti “sociali e “a tema”, a cui un’istituzione come una prestigiosa State University potrebbe decidere di partecipare.
Possedendo tutto (in 10 anni 500 domenicali e 3000 strip), magari potrebbe decidere di privarsi di, diciamo, 100 pezzi? Ecco, ad esempio le tavole di Schulz costano, ma non così tanto, magari anche perché qualcuna in giro ce n’è.
Se vendono le 100 tavole con $45K di riserva per ognuna possono fare quello che vogliono, anche la clinica per bradipi depressi. Per noi il discorso non cambia, come il prezzo… Svendere non converrebbe a nessuno, ne’ al progetto sociale, ne’ all’istituzione eletta per tutelare quel patrimonio. Infatti credo che uno come Watterson abba messo dei bei vincoli in proposito. (Schulz costa meno, ma non poi cosi’ tanto. Una strip bella anche 25K, una sunday bella anche 45K… Sigh…).
Mi pare che con dei prezzi così alti alla fine si blocca l’interesse dei potenziali acquirenti.
Forse occorrerebbe qualche erede benemerito in più che possa calmierare il prezzo ,con buona pace delle cliniche .
Io non ho una domenicale di Watterson, fa lo stesso se posseggo 2 domenicali di Brian Basset (Red and Rover) che il proprietario di quella supermeraviglia?
Pare che Watterson abbia scambiato la sunday con alcune strisce di Basset. Puoi provare a proporre uno scambio all’Università, magari ci stanno