L’incanto delle tavole originali: Hugo Pratt, Little Nemo e un club esclusivo


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Asta Pratt Little NemoTra un po’ ci sarà la nuova asta della Little Nemo Casa D’Aste dedicata a Hugo Pratt. La numero… boh ho perso il conto. Il tempo è passato e l’esperienza si vede: il catalogo che mi è arrivato a casa (con largo anticipo e non, come nei primi tempi, solo dopo l’asta…) è curato in maniera stupenda:.sia per la grafica, che per la suddivisione delle tipologie di materiale. È multilingue: in italiano la descrizione estesa e in inglese e francese “il succo”. L’asta è anche su Internet. Insomma siamo nel XXI secolo :-)

Anche se sono un po’ di edizioni che non riesco più ad andarci, è un evento che mi genera sempre un po’di eccitazione. “Perché?” – direte voi –  “In fondo ormai c’è Internet: aste online dappertutto, venditori con website da sbavarci su, rete di amici collezionisti che sanno i nostri gusti e ci contattano fin troppo spesso… Insomma le occasioni non mancano certo!” Ebbene, la risposta che provo a darmi, non c’entra con le tavole originali in vendita, bensì con l’atmosfera che si respira e le persone che si incontrano. Non so se le cose stiano cambiando, adesso che i tempi sono più “maturi” e che manco da un po’ e quindi potrei avere un ricordo di un “prima” che non c’è più, ma volevo condividere con voi questa sensazione.
Le prime aste erano un po’ naive: si sperimentava e l’effetto era di creare un evento paragonabile a quello di una mostra solo di originali tipo la ComicArtCon. Concentrazione di collezionisti di sole tavole come io non ne avevo mai visti (certo che siamo strani, eh? :-) ). Comunque sia, in particolare alla prima asta, ci si scrutava l’un l’altro per tentare di capire se: “amico o nemico…”, buttandola lì: “mah, ti piace questa?”, insomma la novità della competizione creava tensione.
Faccio subito outing, così non se ne parla più: “a me l’asta non mi piace!” Sí, sí proprio “a me non mi piace!” per l’ovvio motivo che essendo le tavole uniche bastano i due danarosi collezionisti per creare “inflazione”. Anche quando molti anni orsono arrivò ebay, ho subito pensato che non era una cosa buona per noi collezionisti. E’ la globalizzazione, baby? :-)
Però come dicevo prima, alla prima asta di Little Nemo ci sono andato lo stesso, perché c’era una tavola che volevo a tutti i costi.
E poi ho apprezzato tutto il contorno e ci sono ritornato con piacere nelle edizioni successive, anche se non sempre con un obiettivo preciso.
L’ospitalità di Sergio Pignatone, patron della Little Nemo, è stata sempre impeccabile e molto spesso è capitato che chi si tratteneva lì fino ad ora tarda era invitato a cena. E proprio in queste occasioni mi è capitato di fare la conoscenza di altri collezionisti con alcuni dei quali è poi scattata anche una vera e propria amicizia. Insomma per me è sempre stata una festa!
Proseguendo con le edizioni mi è capitato anche di propormi come banditore e l’ho fatto in due o tre occasioni con passione e divertimento. E non mi dispiacerebbe rifarlo in futuro.
Nel tempo sono riuscito ad aggiudicarmi qualcosa, ma, come dicevo prima, solo quando avevo deciso di andare avanti a oltranza in maniera sconsiderata. Tutte le volte che mi sono posto un limite in anticipo sono stato superato. E di molto! Quindi ancora una volta confermo quello che avevo pensato la prima volta che cominciai a vedere un’asta di tavole originali: è il posto peggiore per comprare per un collezionista, ma in alcuni casi purtroppo l’unico.
A onor del vero la vendita pubblica ha anche dei pregi. In particolare la provenienza e il prezzo “certificati” che, specialmente quando si arriva alle cifre che ormai purtroppo conosciamo, non è roba da poco. Inoltre la possibilità di spuntare prezzi alti per chi vende, in alcuni casi incrementa il materiale raro disponibile sul mercato e questo “sblocca” alcuni pezzi che altrimenti rimarrebbero chiusi nelle collezioni per sempre.
A titolo di esempio ecco una cosa che mi sono aggiudicata ad un prezzo assurdo per l’epoca, perché c’era un altro collezionista che non mollava e io a quel punto non sapevo cosa fare ma non potevo fermarmi. Se l’avessi mollato non me lo sarei perdonato e sono andato oltre ogni limite per me. Ma visto lo pseudonimo con cui già mi firmavo…
Maxmagnus testata
Alcuni amici collezionisti hanno creato il club dei “ciuci”. Non so bene perché abbiano deciso di dargli proprio questo nome, ma comunque vista da un puro termine lessicale, l’appartenenza al club non sembra molto lusinghiera. Invece dal punto di vista umano, c’è molto calore, oltre che un pizzico di ironia (meglio non prendersi sempre troppo sul serio, no?). Si aderisce al club dei “ciuci” quando in un’occasione non si bada a spese e si compra una cosa che ci piace anche ad un prezzo al di fuori di ogni considerazione razionale. Gli americani lo chiamano “stupid money“. Ecco, io in questa occasione ho acquisito la mia tessera di appartenenza!

MA

Non me ne sono certo pentito. Anzi! Nella mia vita collezionistica non mi sono mai pentito di una cosa che ho comprato, anche se a carissimo prezzo. Se mai pentimento c’è stato, è stato sempre per qualcosa che NON ho comprato.

Tutte queste sensazioni mi rivengono alla mente tutte le volte che c’è una nuova asta di Little Nemo: ecco perché per me è sempre un evento.

Quali sono le vostre esperienze all’asta di Little Nemo?
Che ne pensate delle aste in generale?
Pensate di far parte del club dei “ciuci”?
Pentimenti?
Sei il collezionista che non si fermava e puntava contro di me?

Infine: sì, mi rendo conto che il titolo può risultare un po’ fuorviante, ma non potete dire che non esponga il contenuto dell’articolo: le tavole all’incanto ci sono, Little Nemo è un altro, ma c’è, Pratt pure, il club anche…
Quindi vi saluto con “hasta la vista” o, meglio ancora, “hai vista l’asta:-)


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