La mia Angouleme


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angoulemeNoio volevan sauar…
(Per i più giovani: Totò e Peppino a Milano per La Malafemmina:-) )

Sono andato ad Angouleme col colbacco e la pelliccia (beh, non proprio: avevo dei pantaloni da neve, però), pensando di trovare un freddo glaciale e invece, a parte un pomeriggio, faceva più caldo di Roma!

 

Quest’anno, per la prima volta, sono andato al Festival International de la Bande Dessinée di Angouleme. Ci volevo andare da molto tempo, ma il periodo un po’ infelice in cui si svolge, vuoi per la vicinanza con le feste natalizie, vuoi per le temperature polari che di solito ci sono, mi ha sempre frenato. Quest’anno, invece, grazie alle insistenze dell’amico Scott Eder (sempre sia lodato :-)) che aveva bisogno di aiuto al suo stand di tavole originali, mi sono deciso e sono andato.
E che dire: i francesi amano proprio il fumetto!
Di cose da raccontare ce ne sono moltissime, soprattutto per le mostre bellissime e qualche riflessione sugli appassionati di tavole originali francesi. Ma per cominciare vorrei descriervi “la mia Angoluleme”, ovvvero 2 o 3 episodi che mi sono capitati e me l’hanno fatta amare.
Prima di tutto una confessione: io il fumetto francese lo conosco poco. Lo so, lo so: è una grave mancanza. Ma che ci posso fare? Proprio per questo ci sono andato!
Cominciamo dal principio. Sono arrivato un giorno prima per poter dare un’occhiata alla città, dato che dopo sarei dovuto stare allo stand, e sono quindi andato, insieme a Scott, a visitare il Museo de la Bande Desinnée. Bello, bello, bello! Un vero museo d’arte. La mostra temporanea era proprio un mix di fumetto e arte contemporanea con opere realizzate in tandem da artisti provenienti da entrambi i mondi. Ecco qualche immagine.
Poi siamo andati nella sala principale dove viene esposta la storia del fumetto e in una ambientazione spettacolare, nelle teche circolari abbiamo ammirato albi più o meno rari e, ovviamente, molte tavole originali.
E tra gli italiani ho scovato Micheluzzi, Rebuffi e Magnus!
Non la migliore tavola di Magnus, ma non ci lamentiamo!
E dopo qualche ora a girovagare, ecco Scott che, distrutto, prova a fare stretching in una delle sale. Penso che solo gli americani abbiano questa “disinvoltura” :-)Girando per il museo abbiamo notato che c’erano diverse mancanze: ad esempio non c’era nulla Disney e inoltre un paio di autori statunitensi, di cui Scott ha spesso tavole originali, erano rappresentati solo con stampe. Si tratta di Tony Millionaire e Peter Bagge. Uscendo quindi ci siamo attardati a chiacchierare con la cassiera chiedendo spiegazioni delle carenze, ma ci ha detto che essendo la collezione molto ampia, viene effettuata una sorta di rotazione per cui dopo un periodo di alcuni mesi, le esposizioni “permanenti” cambiano. A questo punto Scott ha chiesto come mai di certi autori, ad esempio dei due, citati prima, non c’erano originali e, alla risposta che non possono avere tutto, sentendosi punto nell’orgoglio nazionale, si è offerto di regalare due tavole se gli spiegavano come poteva fare. E a quel punto una signora che, sentendoci parlare si era avvicinata da qualche secondo, ci è stata presentata ed era la direttrice del museo: Marie-José Lorenzini, italo-francese. (E quindi parla anche italiano, se per caso mi legge, ne approfitto per salutarla volentieri!) A quel punto ci ha fatto accomodare nel suo ufficio e siamo stati amabilmente a conversare per un bel po’ ipotizzando varie possibilità di collaborazione. Eccoci in foto.

Secondo episodio.
Data la difficoltà di trovare posto per dormire ad Angouleme durante il Festival, abbiamo trovato una stanza in appartamento tramite un amico “professional”. L’appartamento era graziosissimo e la padrona di casa amabile, ma, in più, c’era un altro ospite: l’autore Michel Kichka che ha scritto e disegnato il volume Deuxième Génération, sui figli dei sopravvissuti all’olocausto e dei loro rapporti con i genitori. Verrà tradotto presto in italiano, ma io ho letto il mio primo fumetto francese in francese :-) Bellissimo sia per la storia che per il disegno! Michel, una persona squisita, con cui ci siamo intrattenuti a colazione (e siamo arrivati tardi allo stand), non mi ha mandato al diavolo e mi ha fatto un disegno sulle sketchbook che non mi sono vergognato di chiedere :-) ehm… E poi non si è dimenticato di portarci le copie che gli avevamo chiesto, prima di andar via. E c’era pure la dédicace! Grazie Michel, spero di incontrarti in Italia quando pubblicherai il tuo libro qui!
kichkakichka

Terzo episodio.
In una delle scorribande al di fuori dello stand mi sono fermato in un locale ad altezza strada dove c’erano tavole originali appese e un signore che disegnava “in vetrina”. La prima volta andavo di fretta e ho rapidamente chiesto di chi si trattasse: un disegnatore di nome Norma (per me, scusate per chi invece lo conosce, sconosciuto), ma, un po’ per la lingua, un po’ per timidezza, non ho avuto il coraggio di chiedere altro. Naturalmente me ne sono pentito nel momento in cui ho messo il naso fuori della porta, ma ormai quel che era fatto era fatto. L’ultimo giorno, proprio prima della fine della mostra, ho deciso di tornare sperando che fosse ancora lì. E c’era! Avendo preso coraggio per gli albi francesi da quello di Kichka, decido di comprare un album e gli chiedo se mi fa un disegno sullo scketchbook. Lui mi risponde che se ho pazienza me lo fa lì e anche sul libro. Voi che avreste risposto 😉 Quindi sono rimasto a guardarlo mentre disegnava, scambiando qualche parola con difficoltà perché lui non parlava né italiano né inglese :-(
Norma
Mentre disegnava la dédicace sul libro, delle ragazze mi hanno chiesto di sfogliare il mio scketchbook in cui raccolgo disegni da circa 15 anni, e naturalmente ho acconsentito e il disegnatore sbirciava con piacere. Quando dopo si è avvicinata un altra persona, suo amico e, credo, collaboratore, gli ha indicato il quadernone invitandolo a sfogliarlo. Questo secondo disegnatore parlava inglese e siamo riusciti a comunicare, finalmente! Si chiama Fawzi Baghdadli, di origine algerina, è un disegnatore che con Norma ed altri lavora in quel luogo che si chiama Atelier du Marquis. Mi ha spiegato che ad Angouleme ci sono diversi atelier come quello, che sono dei laboratori di fumetto. Che posto, eh? Comunque mi ha regalato la loro pubblicazione. Eccola.
E poi, visto che aveva guardato lo sketchbook, mi ha mostrato una pagina interna della rivista dove c’erano 6 vignette disegnate da lui sulle varie tipologie del cacciatore di dédicaces, e mi ha chiesto a quale categoria io ritenessi di appartenere. Date un’occhiata:
Io gli ho risposto che secondo me, in fondo in fondo pensavo di appartenere ad un incrocio tra 4 e 6. La discussione è scivolata via, mentre Norma continuava a disegnare fino ad arrivare a questi notevoli risultati :-)

Prima di andare via, Fawzi, che nel frattempo si era allontanato, mi saluta e… mi regala gli originali delle vignette che avevo indicato!!! Sono rimasto senza parole. Non ho neanche una foto con lui perché sono rimasto a bocca aperta e ho perso lucidità. Le sue parole: “Perché si vede che sei appassionato e non tutto ad Angouleme è in vendita!”. Grazie, grazie grazie! Questa sì che è un’avventura da ricordare!
Ecco gli originali:
Insomma devo ammettere che mi è venuta una voglia matta di leggere un po’ di fumetti francesi: che si vuole di più da una mostra (anzi da un festival!)?
Viva Angouleme! Viva la Bande Dessinée!

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