Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/mhd-01/www.originalmente.it/htdocs/wp-content/plugins/really-simple-facebook-twitter-share-buttons/really-simple-facebook-twitter-share-buttons.php on line 514
È con grande piacere che originalmente.it ospita un intervento di Paolo Rinaldi, socio fondatore e presidente dell’associazione La Nona Arte.
A seguito di una serie di interventi sul gruppo Facebook dedicato ai collezionisti di tavole originali, in cui si è finiti, come spesso capita, a parlare dell’evoluzione del nostro hobby preferito verso qualcosa di nuovo, Paolo ha raccolto la mia richiesta di articolare meglio il suo pensiero qui, ed ecco il risultato. Sperando di generare una discussione feconda, qui e sul gruppo, in modo da raccogliere l’esperienza di tutti quelli che hanno voglia di dire la propria, il risultato potrà essere editato (eliminando i nomi degli autori degli interventi, a meno che non esplicitamente indicato di no) e pubblicato come un tutt’uno sulla rivista dell’associazione. Come in tutte queste cose, insomma, un punto di partenza, piuttosto che un punto d’arrivo a cui probabilmente non si arriverà mai.
Ma questo è proprio il bello della nostra passione 😉
maxmagnus
Il mercato delle tavole originali di fumetti è in piena evoluzione, l’attenzione per questa forma d’arte si sta letteralmente moltiplicando, investendo una platea che oramai non ha solo come protagonisti i vecchi collezionisti di tavole originali, che sono uniti da un cordone ombelicale al mondo del fumetto, ma anche da appassionati d’arte che con il mondo del fumetto hanno poco a che fare. Il fenomeno è alimentato, infatti, anche da molti personaggi ed autori della letteratura disegnata, che imponendosi nell’immaginario collettivo di generazioni con le loro immagini iconografiche, sono riusciti ad entrare anche nei salotti di chi un fumetto non lo aveva mai letto.
A conferma di quanto detto, è semplice riportare un esempio che può spiegare la mia affermazione precedente; spesso mi capita di essere invitato a casa di amici, che notoriamente hanno poco a che fare con il mondo del fumetto, ma che alle pareti hanno esposte in bella mostra litografie di Valentina, Corto Maltese, Diabolik. Il gusto di esporre in casa una bella illustrazione va al di là dell’amore e della conoscenza del mondo del fumetto, ecco perché le vendite di litografie, serigrafie e riproduzioni digitali di personaggi noti sono considerevolmente aumentate in Italia, ma soprattutto in Europa.
Il notevole interesse verso il mercato delle tavole originali ha fatto moltiplicare in tutto il mondo, Italia compresa, anche il numero di aste dedicate alla letteratura disegnata, muovendo, tra l’altro, aziende come Christie’s e Sotheby’s. Ovviamente il primo sintomo di tanto interesse è l’incremento delle valutazioni e quindi dei prezzi, ma penso che questa sia solo la punta dell’iceberg. Dobbiamo prendere anche in considerazione, il fenomeno di crescita e d’inserimento di nuovi acquirenti, la moltiplicazione di Comic Art Dealers, l’apertura di gallerie dedicate, la nascita di siti dedicati alle tavole originali e perché no anche della nascita di un Associazione (Associazione La Nona Arte – ndr) come la nostra che è la prima in Europa.
A breve, a parer mio, assisteremo a delle ibridizzazioni: autori provenienti dal mondo del fumetto potrebbero inserirsi nel mercato dell’arte contemporanea e considerato il loro indiscusso talento e le loro quotazioni, ampliare ulteriormente il panorama artistico mondiale. Quello che era un mercato “amatoriale” si sta trasformando, evolvendo in maniera simile quindi, ma con le dovute differenze, al mercato dell’arte moderna e contemporanea. Il collezionista è molto più esigente, esige spesso discrezione e certezze sull’opera, ed è più attento al mercato.
Questa evoluzione, che per me è assolutamente fisiologica, già in essere in America ed soprattutto in Europa, sta lentamente coinvolgendo anche l’Italia. Questo processo, come paradosso, trova in alcuni vecchi collezionisti i suoi maggiori oppositori, sia consciamente che inconsciamente. Noi siamo abituati ancora ad un mercato acerbo, basato sulle strette di mano, ancora legato ai ricordi di quanto la tavole si pagavano realmente poco. Adesso il tutto sta cambiando: in punta di piedi si stanno facendo spazio collezionisti che acquistano, anche a caro prezzo, delle opere e che in esse vedono il seme dell’arte, quella con la A maiuscola. Paradossalmente la maggior parte dei collezionisti di tavole originali non pensa neanche lontanamente che quello che compra, e che molte volte appende poi alle pareti di casa, sia un’opera d’arte, ma considera l’acquisto di una tavola, espressione forse di un fumetto che si è amato e che si continua ad amare: ritenendosi, in maniera errata, figlio di un’arte minore.
In un prossimo futuro saranno d’obbligo elementi, per adesso usati molto raramente, come Certificati di Autenticità e Certificati di Provenienza dell’opera, che dovranno tutelare l’acquirente ed il venditore. Percorso che dovrà diventare naturale ed ovvio per un mercato in cui girano opere dall’indiscusso valore commerciale che attirano e potranno attirare la produzione di falsi.
Tengo a sottolineare che la mia neo nata associazione non nasce per velocizzare questo processo, ma per unire e tutelare sia i collezionisti che gli autori, due lati di un’unica medaglia, e parte di un processo evolutivo che, con o senza di noi, andrà avanti, modificando lentamente il mercato. In queste poche righe, credo vi siano numerosi spunti per altrettante discussioni che se vogliamo potremmo approfondire in questo spazio e perché no anche nelle pagine della nostra rivista La Nona Arte.
Voglio concludere sottolineando che la nostra è una passione preziosa, che nutre la nostra mente e la nostra anima, possiamo viverla a vari livelli, da collezionisti di fumetti o da collezionisti d’arte, ma l’importante è viverla nutrendoci delle emozioni che quotidianamente ci dona.
Paolo Rinaldi
Presidente Associazione La Nona Arte
Warning: Declaration of Social_Walker_Comment::start_lvl(&$output, $depth, $args) should be compatible with Walker_Comment::start_lvl(&$output, $depth = 0, $args = Array) in /home/mhd-01/www.originalmente.it/htdocs/wp-content/plugins/social/lib/social/walker/comment.php on line 18
Warning: Declaration of Social_Walker_Comment::end_lvl(&$output, $depth, $args) should be compatible with Walker_Comment::end_lvl(&$output, $depth = 0, $args = Array) in /home/mhd-01/www.originalmente.it/htdocs/wp-content/plugins/social/lib/social/walker/comment.php on line 42
La opinione del Paolo è condivisibile in toto.Per me ,appartenente alla schiera forse sparuta degli amanti del fumetto e delle tavole come pura espressione artistica , potrebbe anche interessare in modo limitato l’inserimento nel circuito dell’arte contemporanea e non.C’è un aspetto però che in questi ultimi tempi mi ha frenato nell’acquisto di quegli autori che vorrei aggiungere alla mia piccola gallery.Il prezzo lievitato enormemente , a meno che non si punti su autori cosiddetti minori.Ergo questa maturazione del mercato frena i veri appassionati e offre opportunità a investitori e speculatori .Una cosa non molto positiva.
Secondo me il principale motivo per cui il collezionismo di tavole originali si è diffuso senza bisogno dei certificati di autenticità è perché il materiale pubblicato è “autocertificato” proprio dalla pubblicazione. Tutto può essere falsificato, ma ci vuole particolare maestria e impegno per falsificare ciò che può essere confrontato linea per linea da tutti.
Diverso è il discorso per il materiale non pubblicato e su questo fino ad ora valeva la regola di “non comprare caramelle da un sconosciuto”. Con la globalizzazione legata soprattutto ad Internet il livello di “conoscibilità” di un venditore è diventato più sfumato e si fa spesso ricorso alla propria rete di amicizie per capire se in 2 o 3 gradi di conoscenza si riesce a identificarlo.
E comunque disegni, commission ecc non appassionano tutti i collezionisti: molti comprano solo materiale pubblicato.
Oltre l’autenticità, la provenienza di un opera è diventata una cosa più importante che in passato. Senza arrivare al limite del materiale rubato, le regole di restituzione delle tavole agli autori prima erano vaghe. Storie di tavole salvate dal macero, ritrovamenti in magazzini oscuri e altre leggende, fanno parte della mitologia del collezionismo di tavole originali e questo rendeva meno necessario interrogarsi sulla loro provenienza. L’aumento dei prezzi da una parte e le norme sulla proprietà degli autori delle tavole, ha fatto sì che adesso questo aspetto sia più importante di prima.
Può un “ente certificatore” risolvere questi problemi?
Uhm, nel recente passato abbiamo visto come illustri case d’asta, non solo italiane, abbiano certificato pezzi che poi sono stati costretti a ritirare dalla vendita sotto la spinta di proteste via internet.
Certo le vendite pubbliche sono di per sé una garanzia, ma il mercato è fatto anche di tante transazioni private tra collezionisti. Emergerà una soluzione unica per queste?
Chissà!
Argomento stimolante quello portato all’attenzione da Massimo e Paolo.
Vorrei sviluppare alcune considerazioni a partire dall’interessante riflessione di Massimo rispetto alla “autocertificazione” delle opere derivante dalla loro pubblicazione. Questa non va solo a garantire la autenticità di un’opera (cosa che anche nel mercato dell’arte viene spesso affrontata con la pubblicazione di cataloghi) ma rappresenta un importante vettore di conoscenza e diffusione del lavoro di un artista e, conseguentemente, diventa elemento di selezione in base alla qualità. Anche se a volte la popolarità non è sinonimo di qualità e soprattutto la sperimentazione e la innovazione si rivolgono ad un pubblico di élite, questo meccanismo differenzia significativamente il mercato mainstream dell’arte e quello delle tavole originali di fumetti.
Il mercato dell’arte è infatti gestito sulla base di interessi economici e speculativi governati dai galleristi più che sull’effettiva qualità delle opere: quanti bravissimi artisti non sfondano (se non post mortem) semplicemente perché non supportati da galleristi importanti?
Il problema della “istituzionalizzazione” del mercato delle tavole originali è quello che autori divenuti popolari vengano fagocitati da interessi speculativi. Ma è una sorta di meccanismo da feedback e questo garantisce ad una platea di “intenditori / talent scouts” la possibilità di acquisire opere di qualità a costi ragionevoli: non si tratta di puntare su autori cosiddetti minori quanto piuttosto di saper scegliere e di giocare d’anticipo. Non mi dilungo ulteriormente su questo aspetto che ho anticipato nell’articolo che Massimo ha cortesemente accettato di ospitare su questo blog qualche settimana fa ed al quale rimando per riflessioni in merito.
Mi ricollego invece alla querelle sul tema “arte minore” e a quanto diceva Paolo rispetto alle ibridizzazioni.
A volte ho quasi l’impressione che ci sia una sorta di timore reverenziale nel riconoscere piena dignità artistica al fumetto.
La contaminazione con pari dignità tra arte, fumetto, illustrazione e (perché no?) cinema e letteratura, è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti.
Per restare in Italia, in tempi recenti, penso a Lorenzo Mattotti, Stefano Ricci, Gianni Pacinotti, Pablo Echaurren e tanti altri.
Per non parlare dell’immenso Segio Toppi.
Ma vorrei ricordare la figura di un maestro dell’astrattismo italiano, Vinicio Berti. Nel 1946 già esponeva a Palazzo Strozzi, a Firenze, e nel 1950 è stato tra i fondatori del movimento Astrattismo Classico, mentre il suo Pinocchio a fumetti è del 1947.
Questo mi sembra un ottimo esempio di come il fumetto sia a pieno titolo una forma d’arte. Forse, ad essere pignoli, potremmo definirlo Arte applicata, in piena coerenza con i principi e gli insegnamenti del Bauhaus.
Ho avuto il piacere recentemente di incontrare il dottor Rinaldi a Romix. Mi pare persona competente e sinceramente appassionata, come dimostra la sua iniziativa e la bella rivista. Suppongo che sia addentro anche al mercato dell’ Arte. E allora mi permetto di rammentargli una cosa. Il mercato dell’ Arte Contemporanea è stato rovinato da speculatori di ogni tipo. Gente priva di titoli accademici, passacarte, persone provenienti dai mestieri più svariati si sono messi a creare Fondazioni e Archivi al fine di lucrare sugli expertize e arrivare a creare un monopolio e a battere moneta. Il trucco è semplice: ci si procura un piccolo archivio fotografico (c’è chi lo compra già costituito) dell’artista, si contatta un pronipote dello stesso del tutto ignaro dell’attività del parente artista che, magari caduto in povertà, ha tutto l’interesse a collaborare, avendo così il beneplacito della famiglia e ci si introduce sul mercato rilasciando expertize che a volte autenticano opere vere, a volte false e a volte bocciano opere autenticissime. Sembra assurdo ma il mercato ha finito per inglobare queste “figure professionali” lasciando fuori critici capaci, restauratori, proprietari di case d?asta; gente con esperienza pluriennale e che operano nel settore anche da varie generazioni. Col mercato dell’arte contemporanea non ci si capisce più niente. A seconda di chi presenta le richieste di expertize queste possono avere esito positivo o negativo.Se presentati da amici di amici o dal povero uomo della strada. Si promettono inserimenti delle opere in cataloghi generali che non vedono mai le stampe. Certo poi ci sono molti che lavorano onestamente ma occorre andare coi piedi di piombo . Il collezionista non ci crede più. E’ giustamente confuso. E il mercato è in caduta libera. Sulla grafica poi si è calata la pietra tombale per le truffe perpetrate in anni e anni.Finora ho pensato: meno male che nel giovane mercato delle tavole fa fede la pubblicazione! Finora, però… Se l’hobby sano e divertente delle tavole verrà assimilato al mercato dell’Arte Contemporanea io me ne allontanerò perchè me lo faranno rimporre. Spero di non essere profetico. E se, come dice a ragione l’amico Rinaldi, ciò è fisiololgico, tanto peggio per noi. Adios, Dottor Bald.
Si potrebbe parlare a lungo sull’argomento dell’arte nelle tavole originali
A mio avviso le tavole originali sono, come il falcone maltese, fatte della materia di cui sono fatti i sogni. E siamo disposti a pagarle per quanto ci hanno fatto sognare
Sappiamo tutti benissimo che molto spesso la valutazione di una tavola dipende da tanti fattori che spesso non dipendono dal solo disegnatore
Personaggio, Pratt di Corto Maltese costa più di quello delle altre storie (meno artistiche?)
L’importanza e la bellezza della storia. Le tavole dell’Eternauta costano molto più di altre tavole di Solano Lopez
Spesso tendiamo a scordarci che il “prezzo” è dovuto allo sceneggiatore, ma in fonfo anche la scrittura è arte.
Un esempio lo trovate nella sezione “io mostro”
Le tavole di Alan Moore
C’è poco da fare è arte tutto ciò che è fatto bene…
e il commercio è legato dalla regola della domanda e dell’offerta
Ho acquistato tavole di una bellezza sconvolgente a prezzi ridicoli
Il mio ultimo acquisto è stato una tavola di Sesar, un vero capolavoro eppure pagata meno di una bella tavola Bonelli
I quadri di Sesar (Sergio Sarri) si vendono a migliaia di euro e sono nelle collezioni di musei in tutta Europa
Non mi dite che le sue tavole non sono Arte… probabilmente le sue storie hanno scaldato il cuore a me ma non alla maggioranza dei collezionisti
Ho visto che è stato citato Vinicio Berti… sbaglio o delle sue tavole di fumetti erano in vendita a prezzi bassi?
Io sarò un nichilista, ma vedo quelle serigrafie o pseudolitografie appese alle pareti dei salotti come un’ennesima dimostrazione di quanto i borghesi siano in gran parte ignoranti e snob. Non hanno mai letto un fumetto (soprattutto le donne) ma incorniciano quelle mostruosità perché fa “fico” (a Milano “figo”). Sull’arte, ripeto quanto accennato su facebook ma approfondisco: è vero, come disse Massimo, che esiste l’ “arte del fumetto”, così come esiste l’arte dello spettacolo o del cinema o dell’arredamento; ma l’arte vera, che non sia artigianato e basta, è un’interpretazione personale e dirompente della realtà quotidiana e banale che ci avvolge e ci soffoca. Non la realtà scientifica dell’universo, che è altrettanto meravigliosa di quella della miglior arte, ma quella del consumismo, della violenza, della sottomissione, della noia, della ripetizione. Ecco perché l’arte moderna-contemporanea è ancora più dirompente di tutta quella che l’ha preceduta nei secoli: proprio perché oggi l’individuo è soffocato dalle banalità e dal consumismo, sconosciuto a Goya o a Michelangelo. Se un artista si limita a dipingere delle tele di nero, è probabilmente perché non sopporta più lo schifo che lo circonda e vuole annientare la banalità. Eppure quello stesso artista saprebbe anche dipingere (e lo avrà senz’altro dimostrato nei primi anni) figure realistiche e paesaggi; ma il suo obiettivo è di fare ironia, satira, fin’anche cinismo verso quelli che invece quel sistema – che lui odia – sostengono e mantengono. E quando l’artista vede che un suo dipinto o scultura finiscono, a suon di milioni, nelle case dei borghesi cretini, il suo obiettivo è stato raggiunto.
Ora come può una tavola a fumetti moderna-contemporanea contenere una tale potenza? Qualcuno ci si è avvicinato molto: magari Herrimann o Segar o Schultz: ma sempre nella prospettiva della loro pubblicazione (lo stesso fa Altan oggi). Altri invece hanno fatto della letteratura: Eisner, Al Capp… Ma non si va molto più in là a mio avviso.
Di nuovo salve a tutti! Ho letto il commento di Paolo e mi è venuto in mente di ricordare in questa sede l’esperienza di Andrea Pazienza, per quanti di voi non la ricordino o non ne abbiano letto. Andrea, ai suoi esordi era attratto dall’ arte per l’arte, ovvero dalla produzione di opere d’arte che fossero un grido, uno “scaracchio in faccia al mondo” e che, rispondessero, in maniera autentica e sincera allo stimolo che porta gli artisti ad operare: l’ affermazione di quell’ “io esisto!!” che, attraverso l’opera d’arte, consente all’artista stesso di trascendere il proprio tempo dandone futura testimonianza. Andrea inizia quindi ad esporre i suoi dipinti a pennarello, influenzati dalla Pop americana ma liberi e originali ma poi trae la somma dell’esperienza fatta. Vede chi compra i suoi dipinti, capisce dove vanno a finire le sue grida di indignazione e protesta: negli studi di quei professionisti borghesi incapaci di condividere i suoi valori. L’artista non dovrebbe mai occuparsi personalmente della vendita delle sue opere, guardare in faccia il cliente. Andrea lo fa e ci da un taglio, e approderà al fumetto. Cannibale, Il Male, Frigidaire .Ma col tarlo interiore dell’ Arte, nella consapevolezze che lui, divenuto Paz, Spaz, Apaz e grande rockstar del fumetto italiano dovesse ancora dire la sua in quel settore, quello dell’ arte vera o veramente importante. Ci sembra assurdo perchè il suo meglio si intuisce dove lo da, i suoi lettori lo sanno: l’ Arte vera però da la fama, in quel mondo eccelle Marcello Jori, lontano quanto più possibile da Andrea ma da lui visto come un vero vincente. E Andrea, invece, ha sempre fatto fumetti, come lui dice con orgoglio “da leggere al cesso”. Un grandissimo che chissà che ci avrebbe dato, però roso dal tarlo dell’ Arte. La sua ultima produzione torna all’ipotesi del quadro, dell’opera per l’opera, si cimenta nell’illustrazione del testo colto, poetico, come Dorè, ad esempio. Il fumetto è destinato al consumo previa pubblicazione, passaggio nelle edicole, nelle fumetterie. La galleria è lo spazio sacro dell’Arte. Andrea è un genio creativo in definitiva sospeso tra due mondi. Però Paz, se ci ascolti e se non hai altro da fare, ti voglio dire: ti ricordi la copertina di Frizzer con i due fidanzati a bordo piscina, lui che dice “Cossiga presidente…” e lei che gli dà una “raspata” e gli chiede candidamente “vuoi che ti gratti i coglioni?”, la ricordi, Spaz? Beh, ora che forse una risposta te la sei data ti chiedo non era Arte, quella? E voi che ne pensate? Un salutone, Adios, Dottor Bald.
Cari,
vi offro due spunti.
Primo. Immaginate la vostra tavola preferita, quella incedibile, quella appesa sopra il lettone, la vostra numero uno, quella che vi portate nella tomba.
Ecco: arriva un americano che vi dice: I like it! e vi offre trecentomila euro.
Cosa fate? Gliela vendete!
Ma come, in un attimo si può passare da nostalgiche anime candide a biechi speculatori?
Ovviamente no, come dice Umberto tutti i mercati si fondano su domanda e offerta e quello dell’arte più degli altri perché tratta pezzi unici che non hanno un valore in sé, hanno un valore in te.
Secondo. Sono stato a Chicago al museo di arte moderna e contemporanea. Sono andato a vedere una splendida mostra di tavole a fumetti di un celebre cartoonist locale: Chris Ware.
Evidentemente il direttore del museo non si è fatto tante domande, non ha chiesto licenze, non crede che ci sia un ‘arte vera’ e un’arte no.
Ma il bello deve ancora venire.
In ogni sala l’addetto al controllo passivo era un signore o una signora anziana, pensionati volontari, sempre divertiti dalle opere (dunque non disgustati o imbarazzati) e dalle persone che avevano reazioni molto diverse tra loro di fronte alle opere più bizzarre del museo.
E ognuno di questi simpatici vecchietti aveva un cappellino con una scritta molto saggia, che invito tutti a fare propria: FEAR NO ART.
Non aver paura di nessuna arte.
Finché ci sarà un’arte vera e una no, ci saranno i buoni e i cattivi, i bianchi e i neri, io e gli altri (‘borghesi cretini’).
Vi abbraccio
gio
Sono d’accordo che Pazienza può essere inserito fra gli artisti. Ma, Giovanni, non è che i borghesi cretini sono tali perché lo dico io, ma perché lo dimostrano ogni giorno da due secoli almeno. E non è che c’è un’arte vera e una finta: anche Goya faceva satira e denuncia contro la società del suo tempo, tra un ritratto del re e uno della regina; non solo gli artisti contemporanei. Se a Chicago i vecchietti dicono FEAR NO ART hanno ragione ma non vuol dire necessariamente che qualunque cosa lo sia. Anche il cinema è considerata arte, ma c’è un abisso tra Le notti di Cabiria e I Carabbinieri
Concordo in parte con la visione espressa da Paolo, c’è del vero in ciò che dici, ma mi pare che quando parli di arte parli solo di artisti epocali dimenticando che anche i comprimari, pur non essendo tanto grandi e dirompenti quanto i maestri, possono avere il loro perchè e la loro ragione di esistere e di essere ricordati, forse non in eterno ma almeno per gli appassionati.
Facciamo un esempio, Raffaello Sanzio è un nome eterno che anche i sassi conoscono ma chi studia ed è appassionato della sua epoca conosce anche i nomi degli assistenti e dei comprimari del periodo e so per certo che anche quegli artisti anche se meno significativi hanno un mercato e una serie di collezionisti che ambirebbero ad avere loro opere.
Perchè non può essere lo stesso in prospettiva nel nostro piccolo mondo?
Mi pare che segnali significativi in questo senso giungano dagli stati uniti, non è un caso che tavole di disegnatori modesti degli anni 60 e 70 trascinati dalle quotazioni dei grandi nomi (Kirby, Ditko, Romita sr e Buscema su tutti) stanno sempre più lievitando.
Certo non tutto è arte con la A maiuscola, ma non solo l’Arte può avere un pubblico ed un motivo di interesse anche economico.
Hai perfettamente ragione Gianluca, e anzi ci penso spesso anch’io… Però guarda, anche i comprimari storici sono stati dirompenti, seppure aggregati ai primi. Non hanno avuto altrettanta fortuna forse, o mecenati adeguati, oppure semplicemente sono stati più timidi o meno sicuri di sé. Se guardiamo il catalogo degli artisti di Comanducci, fa impressione il numero di sconosciuti lì elencati: però quel catalogo voluminoso viene aggiornato anche e soprattutto grazie ai suggerimenti prezzolati dei familiari di quegli “artisti”… Non so se mi spiego…
Miei cari, ammesso e non concesso che il fumetto sia arte, non per questo è OBBLIGATORIO che le tavole originali debbano costare un occhio della testa. Come dice Gio, i prezzi li fanno gli acquirenti. Collezionisti, piantatela di far salire i prezzi! Di tavole originali, per quanto ognuna sia un pezzo unico, ce n’è migliaia di migliaia. E’ inutile scannarsi, ce n’è per tutti.
Per Willi, sono sicuro che di tavole ce ne sono a migliaia ma siamo sicuri di essere centinaia?
Sì i prezzi li fanno soprattutto gli acquirenti, non solo con la loro domanda di tavole, ma anche con le cifre esagerate che spesso chiedono loro stessi per le tavole che vogliono cedere…
credo che il problema delle cifre crescenti sia un pò un cane che si morde la coda: voglio comprare un opera di tizio che ora costa tanto, posso approfittare del fatto che le tavole di caio comprate tempo fa si sono rivalutate e provo a cederle al prezzo massimo al fine di potermi permettere la tavola di tizio
Ho letto con attenzione i vostri commenti e sono felice di aver prodotto e stimolato una discussione tanto stimolante. Io personalmente, come sopra scritto non penso ci siano due tipi di arte; la letteratura disegnata è una forma d’arte, ma l’accostamento all’arte contemporanea è vero solo in parte. I meccanismi, ben spiegati in uno dei commenti precedenti, sono fortunatamente non applicabili in toto nel nostro mondo. E soprattutto noi abbiamo la fortuna di essere all’inizio dell’ “ascesa” della letteratura disegnata, e dobbiamo essere protagonisti tutelando ed impedendo tali fenomeni. Per fare fare questo abbiamo due armi, a parer mio, la conoscenza (la nostra rivista si rivolge anche a quello) e l’unione (l’associazione), uniti ci possiamo tutelare ed impedire la nascita\crescita di fenomeni negativi. Per concludere (per mancanza di tempo più che di spazio) non penso ci sia l’arte e la non arte, gli “illuminati” ed i borghesi decerebrati (sembra un immagine uscita dal 68), il bianco o il nero, ma penso ci siano infinite sfumature di grigio, non possiamo liquidare il tutto con il fatto che sia semplice “fumetto”, come più volte detto e letto nei precedenti commenti in tutto il mondo stanno rendendosi conto di questa realtà, dobbiamo solo rendercene conto anche noi.
In realtà dal 68 ad oggi la borghesia è divenuta ancora più decerebrata. Ovviamente non tutti i borghesi. Io preferisco un borghese macellaio che copre le sue pareti di casa con pessime croste a coloro che invece si fanno incantare dai galleristi per investire i loro soldi guadagnati bene o male che sia. Berlusconi che è un capitalista ma non propriamente un borghese, ha alle pareti parecchi falsi pagati profumatamente.
Bravo Paolo, qui hai colto il vero punto, la nostra è arte che al momento non necessita di critici. Il fumetto se ha o ha avuto un successo genuino e duraturo tra i lettori credo abbia dimostrato la sua qualità (sia narrativa,non dimentichiamolo, che illustrativa) e conseguentemente le tavole acquisiscono un valore a mio modo di vedere oggettivo. La stessa cosa la possiamo osservare tra i fotografi di successo presso le gallerie d’arte, parecchi di coloro che si sono fatti strada sono riusciti a farlo grazie alla pubblicazione delle loro immagini su riviste e giornali. Sostanzialmente la pubblicazione su larga scala a mio avviso amplifica il desiderio di possesso e annulla la necessità di un tramite o di un esperto che ci guidi verso un consumo si sofisticato ma spesso forzato e non sincero e soprattutto non frutto delle nostre spontanee esigenze estetiche
D’accordissimo
Mi permetto di far notare che abbiamo nel nostro piccolo già un esempio deteriore che ci mette sullo stesso piano dell’arte contemporanea, si tratta della società Cong e delle opere di Pratt. Cosa possiamo fare o abbiamo fatto per contrastare questi sedicenti esperti?
Non conosco la situazione alla quale ti riferisci e quindi non posso esprimere un giudizio in merito all’opinione che esprimi.
Parlando però in generale, quando abbiamo il sospetto che una qualsiasi entità si stia comportando in modo che ci sembra “strano”, a meno che non sia qualcosa di illegale che quindi siamo obbligati a denunciare, quello che possiamo fare è non comprare da loro.
Naturalmente possiamo anche diffendere questa nostra opinione nell’ambito delle cerchie che frequentiamo.
Semplice.
Prendere delle posizioni pubbliche su cose opinabili e che possono essere considerate denigratorie dal destinatario, invece, offrono il fianco ad accuse di diffamazione. E giustamente, secondo me.
Come accoratamente scrive Willi, siamo noi che accettiamo certe condizioni.
A me personalmente è capitato ad esempio di aver speso un occhio della testa per una cosa che mi faceva impazzire (gli americani lo chiamano stupid money non a caso ). Quindi pur sapendolo, mi sono reso “complice”, ma si sa le tavole solo uniche, nonostante lo siano a migliaia
Ma su cose che mi piacevano, ma mi sembravano veramente delle esagerazioni (pur potendo permettettermele nel caso in questione) ho passato, proprio per non alimentare “quella che a me sembrava” una speculazione.
In realtà non ci capiscono nulla. Autenticano solo quello che è stato pubblicato: sono capaci tutti.
ciao a tutti, con calma spero di trovare il tempo di esprimere il mio pensiero, ma oggi ho letto qualcosa che mi sembra molto interessante e un po’ “fuori dalle righe” rispetto ai commenti postati fin ora. Ho chiesto il permesso, per cui ecco un raccontino di oggi, di Matteo Bussola (disegnatore Bonelli) a lui la parola:
Storia di Effe
Un uomo era innamorato di un bellissimo giovane, di nome D.
Il giovane D. ricambiava l’uomo in maniera scostante, era un amante difficile e ritroso. L’uomo, era sua volta amato da una giovane donna, di nome S. Che lui sentiva vicina come per una sorta di affinità elettiva e di cui amava gli abissi che s’intuivano dagli occhi grigi. La donna lo ammaliava con lusinghe, lo inseguiva seducente per farlo cedere, e l’uomo viveva in preda a una sfiancante confusione dei sensi.
Avrebbe voluto stare con entrambi, ma non lo riteneva giusto. Nella sua vita c’era spazio per un amore solo, o almeno gli avevano insegnato così.
Un giorno l’uomo ebbe un’intuizione e, forse per salvarsi, decise di presentarli.
Fu così che S. e D. finalmente si conobbero. Non appena si videro, s’innamorarono all’istante e vennero travolti da una passione senza scampo. Sfortunatamente, la loro relazione non durò a lungo perché erano entrambi troppo orgogliosi per riuscire ad essere la metà di qualcosa. Dalla loro breve unione incendiaria, nacque un piccolo bambino un po’ gracile, che venne ripudiato come un errore. Allora l’uomo lo tenne con sé. Lo adottò e lo chiamò F.
Un giorno, da grande, F. chiese all’uomo ormai vecchio: Ma perché non mi hanno voluto? Io ero loro figlio.
L’uomo rispose che Di genitori irresponsabili ed egocentrici il mondo è pieno. Ma Disegno e Scrittura li battono tutti.
Però, aggiunse l’uomo, Tu hai anche ereditato i pregi di entrambi: l’avvenenza senza tempo di tuo padre e la profondità tormentata di tua madre. Fanne buon uso. E ricorda di camminare sempre a testa alta.
Sì, disse Fumetto.
bio molto carino questo racconto, grazie per averlo condiviso!
Dove posso acquistare originali di andrea pazienza? Grazie mille Lalla cutello 330849862
Salve vedo solo ora il suo messaggio.
So che la galleria CArt di Roma ha tenuto una mostra ed è in contatto con i parenti.
Inoltre il Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona potrebbe essere un altro buon punto di partenza.
Cordiali saluti,
Massimo