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La speleologia nelle Tavole Originali
Castelnuovo di Garfagnana (LU)
1/4 Novembre 2007
Umberto Randoli
I fumetti sono nati nelle grotte.
Graffiti stilizzati e narrativi che illustrano animali feroci vinti dalle lance e dalle punte di ossidiana e selce.
Ma anche pascoli, navi, comunità di amici e nemici.
Disegni modernissimi perché senza tempo.
Alcuni colorati, di bianco, nero, rosso,
Altri con la forza monocromatica e sfumata del carbone o la profondità dell’incisione a scalpello.
Lo schizzo di un grande maestro del disegno contemporaneo, magari regalato a una fiera di fumetti, ha la stessa espressività, lo stesso fine: rappresentare il nostro immaginario e la nostra realtà, così quotidiana e così diversa da come viene riprodotta.
Forse per questo ancestrale legame, per questo tributo di natalità, nel fumetto e nell’illustrazione di ogni epoca le grotte, le caverne, le loro stalattiti e stalagmiti e chi le abita, dall’acqua ai pipistrelli, dai topi agli speleologi, sono così presenti e protagonisti.
Questa mostra non ha pretese di esaustività nell’indagine del legame, tanto impensabile quanto praticato nella realtà, tra fumetti e grotte.
Qui si vuole solo proporre la suggestione, che trasversalmente attraversa la storia del fumetto, per l’umido, oscuro, tortuoso, per nulla solitario mistero delle cavità terrestri, da sempre perfetto innesco narrativo, luogo dell’avventura e metafora antica già cara a Platone (il mito della caverna).
Il tutto artigianalmente e amorevolmente raccolto grazie alla passione di uno speleologo per i fumetti o di un collezionista di fumetti per la speleologia (forse Umberto Randoli non lo sa bene neanche lui).
Giovanni Nahmias